Piano Transizione 5.0

Per tutte le aziende che vogliono rimanere competitive, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità del lavoro a tutti i livelli, è importante conoscere alcune preziose opportunità di finanza agevolata come il Piano Transizione 5.0.

Abbiamo chiesto ad Andrea Furini, sales consultant ed ESG advisor di Atlante Group Srl, di illustrarcelo brevemente, con alcuni esempi calati sulle nostre macchine.

Per sostenere il processo di transizione digitale ed energetica delle imprese il Consiglio dei Ministriha approvato il Piano di Transizione 5.0, dedicato a tutte le imprese che effettuino “nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, nell’ambito di progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici”, senza distinzione di forma giuridica, settore, dimensione o regime fiscale.

L’articolo 38 del Decreto-Legge 39 del 2 marzo 2024 che detta “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza” (decreto PNRR) approvato il 26 febbraio dal Governo e pubblicato il 2 marzo 2024 in Gazzetta Ufficiale, si compone di ben 21 commi, a testimoniare la complessità della normativa.

Il D.L è stato convertito in legge, ma il 4 aprile è stata diffusa la notizia che uscirà un emendamento con alcune modifiche. Modifiche che andranno a sommarsi a quelle già inserite nel testo, quindi i fondamenti resteranno i medesimi pubblicati nella Gazzetta Ufficiale. In ogni caso vi terremo informati sui futuri sviluppi di questa preziosa opportunità.

Abbiamo chiesto ad Andrea Furini, ESG Advisor di Atlante Group, di fornirci maggiori dettagli in merito. Atlante Group è una società di consulenza aziendale formata da varie figure, compresi esperti abilitati EGE che possono certificare i valori di efficientamento energetico.

Possiamo considerare il Piano Transizione 5.0 come l’architrave della nostra politica industriale. L’obiettivo è consentire alle nostre imprese di innovarsi per vincere la sfida della duplice transizione digitale e green, nei due anni decisivi 2024/2025, in cui si ridisegnano gli assetti geoeconomici.

Oltre agli investimenti in beni strumentali, la misura è orientata anche alla formazione dei lavoratori, perché le competenze sono il fattore che fa la differenza soprattutto per il nostro “Made in Italy”.

Piano Transizione 5.0 - concept

I pilastri fondamentali su cui si basa il Piano Transiozione5.0 sono: innovazione, sostenibilità, impatti, riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento.

L’accordo siglato con la UE lo scorso agosto prevede, oltre alla linea dedicata ai beni strumentali, ne prevede una dedicata ai sistemi per autoproduzione e autoconsumo di energiae una alla formazione.

In particolare, i 6,3 miliardi sono distribuiti in questo modo:

  • 3.780 milioni per i beni strumentali;
  • 1.890 milioni per autoconsumo e autoproduzione;
  • 630 milioni per la formazione.
Piano Transizione 5.0 - investimenti

Gli investimenti dovranno essere tutti in beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa che sono interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Rientrano anche:

  • i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo;
  • i software relativi alla gestione di impresa se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme che abbiamo citato nel punto precedente;


Sono ammissibili inoltre le spese relative a investimenti in beni materiali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, a eccezione delle biomasse, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta.

Infine ci sarà la formazione del personale finalizzata all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti perla transizione digitale ed energetica dei processi produttivi, nel limite del 10% degli investimenti effettuati (e comunque non superiore a 300.000 euro).

Una matrice compostadall’ammontare dell’investimento e dallivello di efficientamentoottenuto determinerà l’aliquota che verrà attuata.

Tale aliquota si applicherà alle tre linee di investimentopreviste dal nuovo piano:

  • Linea 1 – beni strumentali;
  • Linea 2 – sistemi di autoconsumo ed autoproduzione di energia;
  • Linea 3– formazione.


Restano gli obblighi documentali, soprattutto quelli previsti per l’interconnessione e la rispondenza merceologica agli allegati A e B previsti dalla disciplina della Transizione 4.0.

Le fasce relative alle soglie (che sono annuali) degli investimenti sono quasi le stesse del piano Transizione 4.0:

  • prima fascia: investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • seconda fascia: investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro,
  • terza fascia: investimenti tra 10 e 50 milioni di euro.


L’agevolazione è concessa nella forma di credito di imposta secondo la seguente tabella:

Importo InvestimentoRiduzione Consumi Energetici
non inferiore al 3% della struttura produttivanon inferiore al 6% della struttura produttivanon inferiore al 10% della struttura produttiva
non inferiore al 5% del processo produttivonon inferiore al 10% del processo produttivonon inferiore al 15% del processo produttivo
Fino a 2,5 milioni di euro35%40%45%
Oltre i 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro15%20%25%
Oltre i 10 milioni e fino a 50 milioni di euro5%10%15%

Facciamo subito un esempio considerando un centro di lavoro Saomad.

  1. Il primo passo è acquistare il bene strumentale (ipotizziamo un centro di lavoro da 500.000 euro).
  2. Poi bisogna sviluppare un progetto basato su questo bene che posti a un efficientamento energetico.
    • Aliquota del bene standard 20%(Industria 4.0) + Aliquota variabile che viene calcolata in base al livello di efficientamento energetico(Transizione 5.0).
      Livello energetico: 5% risparmio energetico (Livello 1); 10%risparmio energetico (Livello 2); 15% risparmio energetico (Livello 3).
    • Se l’aliquota del bene arriva al 45%(20% + 25%) significa che il credito d’imposta sarà di 225.000 euro – (Livello 3) di efficientamento energetico massimo (somma tra 4.0 + 5.0).
    • Se l’aliquota del bene arriva al 40%(20% + 20%) significa che il credito d’imposta sarà di 200.000 euro – (Livello 2) di efficientamento energetico medio (somma tra 4.0 + 5.0).
    • Se l’aliquota del bene arriva al 35%(20% + 15%) significa che il credito d’imposta sarà di 175.000 euro – (Livello 1) di efficientamento energetico minimo (somma tra 4.0 + 5.0).
Industry 5.0

Dalla tabella si può vedere che le classi di risparmio energetico tengono conto di due possibilità: la prima riguarda il caso in cui il bene vada a rendere più efficiente sul piano energetico unospecifico processo industriale; la seconda riguarda invece il caso in cui il bene generi l’efficientamento dell’intera struttura/unità produttiva.

I requisiti “minimi” di queste due tipologie di efficientamento erano già stati messi nero su bianco dal documento concordato tra Italia e Commissione europea lo scorso agosto: per accedere all’incentivo l’investimento deve generare un risparmio pari ad almeno il 3% dei consumi dell’intera unità produttiva oppure del 5% di uno specifico processo industriale (o processo target).

Resta obbligatoria anche l’attestazione dell’avvenuta interconnessione. Una graditissima sorpresa è invece la possibilità, ma solo per le piccole e medie imprese, di poter aggiungere al credito d’imposta anche le spese sostenute per la certificazionefino a un massimo di 10.000 euro (in sostanza significa che la consulenza di una società specializzata rientra nelle spese agevolate).

Come si fruisce dell'incentivo?

Il credito d’imposta si usa con le consuete modalità, cioè esclusivamente in compensazione tramite F24 presentato nel canale dei servizi telematici offerti dall’Agenzia delle Entrate. Il credito d’imposta “non può formare oggetto di cessione o trasferimento neanche all’interno del consolidato fiscale”.

L’avvio della fruizione, comunque,è valido per tutti gli ordini effettuati dal 1° gennaio 2024, è quindi retroattivo, enon potrà in nessun caso superare la data del 31 dicembre 2025.

Esempio Riepilogativo
 
Un produttore di infissi acquista un nuovo centro di lavoro Saomad. Ipotizziamo come costo una cifra che ci consenta di fare facilmente i conti a mente: diciamo 100.000 euro.
 
Ipotizziamo, inoltre, che questa nuova macchina consenta di rendere più efficiente il processo target, ad esempio la fresatura. La certificazione ex ante di una società specializzata – come Atlante Group Srl – stima che questo processo target, grazie all’uso di questa macchina di nuova generazione, consentirà di risparmiare il 20%.
 
Trattandosi di un investimento di 100.000 euro, si rientra nella fascia degli investimenti fino a 2,5 milioni. Con un efficientamento del processo target del 20%, secondo la tabella presentata, siamo nella situazione in cui si ha l’aliquota maggiore. Nello specifico, il produttore di infissi ha diritto all’aliquota del 45%.
 
Supponiamo poi che l’azienda faccia fare attività di formazione sul nuovo macchinario o sulle tecnologie introdotte per 20.000 euro.
 
In questo caso l’azienda avrà diritto a un credito d’imposta di 49.500 euro, pari alla somma tra 45.000 euro (il 45% dei 100.000 euro di valore del bene) e 4.500 euro, cioè il 45% delle attività di formazione che però, in questo caso, superando il tetto del 10% dell’investimento, vengono ridotte dai 20.000 euro di spese effettivamente sostenute a 10.000 euro, valore al quale applicare il 45%.
 
I 49.500 euro saranno fruibili in un’unica soluzione, naturalmente dopo aver prodotto la certificazione ex post che attesti l’effettivo conseguimento degli obiettivi dichiarati.

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